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Monica Moroni intona al flauto l’inno nazionale di San Marino per la delegazione proveniente dall’Ossezia del Nord

Ricordare affinché non accada mai più. A quasi 20 anni dal massacro (1-3 settembre 2004) , 334 vittime del terrorismo ceceno di cui 186 bambini, la ferita di Beslan sanguina ancora, strazia famiglie, lacera l’anima. Le lacrime delle madri restano il simbolo di un dolore che non passa; e quei fiori posati ai piedi della statua dedicata al “Bambino di Beslan”, opera di Renzo Jarno Vandi, la loro ultima, ideale, carezza sull’innocenza violata

“Per una madre che perde il proprio bambino – dice  Rita Sidakova – il dolore non si attenua, neanche dopo quasi 20 anni. Impossibile dimenticare. La speranza è che non accada mai più niente di simile. Sapere che a San Marino si fa memoria dei nostri figli ci ha dato un grande aiuto morale. I sammarinesi sono stati i primi nel mondo a ricordare. Grazie di averlo fatto”.

Mentre Monica Moroni intona al flauto l’inno nazionale di San Marino, grande la commozione sui volti dei presenti alla cerimonia. “Presto il calco della scultura – anticipa l’artista – sarà portato in dono in Ossezia del Nord. Quasi mi sorprende come ancora dopo 18 anni, quest’opera ci mantenga vicini, legati alle persone che hanno vissuto questa tragedia”

Ospiti sul Titano di Libera, Rita Sidakova, Anetta Gadieva e Susanna Dudieva, presidente dell’associazione Madri di Beslan, proseguono il loro cammino di testimonianza; lanciano un monito alla responsabilità verso le nuove generazioni. Giovani proprio come Anastasia, Zarina e Atsamaz che con lucidità sanno raccontare l’orrore, insegnando il coraggio di sopravvivere.  “Avevo 11 anni quando è successo. Ora ne ho 30. E’ tutto diverso – ricorda Anastasia Tuaeva, sopravvissuta alla strage di Beslan – ma il dolore è immutato, fortissimo. Tra i miei ricordi, dal punto di vista fisico il secondo giorno è stato tragico: eravamo disidratati al massimo e non riuscivamo a muoverci. Poi finito tutto, scioccante al cimitero capire quanti amici avevamo perso”.

Accompagnata dai consiglieri Matteo Ciacci e Alessandro Bevitori, la delegazione è stata ricevuta in udienza privata dai Capitani Reggenti, Alessandro Scarano e Adele Tonnini. La vicinanza delle massime autorità dello Stato di fronte alla tragedia umana, facendosi interpreti dell’importanza del dialogo come veicolo di pace tra i popoli.

Nel video le interviste a Rita Sidakova, madre di Beslan; Renzo Jarno Vandi, artista e autore della scultura dedicata alle vittime; Anastasia Tuaeva, sopravvissuta alla strage; e Alessandro Bevitori, Libera.