Intervista alla strumentista sammarinese Monica Moroni, tra le migliori d’Italia nelle esecuzioni contemporanee.
“Da adolescente è stato importante l’ascolto del grande Gazzelloni, e suonavo con il flauto dolce alcune musiche classiche da autodidatta. Poi ho chiesto all’età di quindici anni di entrare in Conservatorio a Pesaro. Mi sono preparata con un’insegnante privato per sostenere l’esame di ammissione molto duro allora. Ero determinata, nonostante andassi a scuola naturalmente, sentivo che la mia strada era quella della musica”. Sono le parole di Monica Moroni, flautista sammarinese, nata a Pesaro, insegnante di solfeggio all’Istituto musicale, musico terapeuta, e ora temporaneamente, “per servire il mio Paese”, nello staff della Segreteria di stato della Giustizia. Monica Moroni, strumentista ed esecutrice di livello nazionale ha una sua peculiarità artistica: si è specializzata nell’esecuzione di musica contemporanea. Ed è l’unica tra le Marche e la Romagna che suona in concerto il flauto in do, sol, basso, e l’ottavino. “Quando sono usciti i quadri – ricorda – l’attenzione era tutta concentrata sulla famosa linea rossa. Quelli sotto, erano fuori, quelli sopra, erano ammessi. E’ stata una gioia fortissima entare in Conservatorio. Il corso era di sette anni. Io mi sono diplomata in sei. E, devo dire, che già durante gli studi mi ero avvicinata alla musica contemporanea, e da camera”.
Dopo il conservatorio debutta al Rossini Opera Festival alla prima mondiale del “Maometto Secondo” con la regia di Umberto Pizzi. Nel 1986 vince il Concorso Internazionale “Città di Stresa” con il Trio Jolivet. Nel 1987 entra come docente all’istituto musicale sammarinese e in seguito si dedica alla ricerca musicoterapica.
“Nel 2003 un incontro decisivo: quello che con Anna Morini, uno dei massimi esponenti del flautismo italiano contemporaneo che mi avvia allo studio e al perfezionamento della letteratura di musica contemporanea del repertorio flautistico. Ancora adesso abbiamo un bellissimo rapporto che è molto cresciuto in questi anni. Ho studiato anche con il primo ottavino del Maggio Fiorentino, N. Mazzanti, per migliorare ulteriormente la tecnica”.
“Per suonare la musica contemporanea – afferma con passione la strumentista – bisogna avere una mentalità aperta a 360 gradi e una grande voglia di studiare. Alcuni pezzi del mio repertorio hanno richiesto anche un anno, un anno e mezzo di studi. Bisogna sentire dentro di sé tanto desiderio per la ricerca se si vuole esplorare le possibilità dello strumento sino al limite della sua espressività. Alcune tecniche sono molto difficili nell’unire l’acustica alla fisica”.
“La mia insegnante, Anna Morini, – spiega – riceve molto partiture dai compositori. E valuta se sono adatte al nostro strumento. Tante volte abbiamo fatto insieme questo lavoro di selezione. E spesso mi ha aiutato anche a sistemare le parti, a chiamare il compositore, a capire se erano eseguibili. Non tutta la musica contemporanea lo è in relazione anche al piacere che ne può ricavare il pubblico. E comunque anche io stessa collaboro in proprio con alcuni compositori”.
Nel giugno del 2008 ha inciso in prima assoluta “Bagliori”, di D. Venturi, che le dedica “Shooting stars night” per flauto basso. Con il compositore Venturi darà vita a un ensemble che debutterà il 3 settembre a Porretta Terme.
“L’emozione più grande della mia carriera è stata certamente la vittoria del primo premio assoluto al 30° concorso Nazionale di Musica Contemporanea A.M.A. di Lamezia Terme. Non me l’aspettavo assolutamente. Sono quasi svenuta per l’emozione. La mia insegnante aveva spinto molto perché andassi. Mi aveva preparata sino all’inverosimile. Venti minuti d’esecuzione con flauto in do e in basso su musiche di Sciarrino. Ero l’unica musicista del nord. Ma evidentemente la commissione molto seria e fiscale, era stata colpita dalla mia esecuzione: punteggio 98/100 nella sezione “Musica contemporanea. Erano anni e anni che un flautista non vinceva”.